About DONE

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Daniele Urgo aka DONE, nasco a Milano nel 1984.
Studio Scenografia e mi specializzo in Nuove Tecnologie per l’Arte presso l’Accademia di Belle Arti, Milano.
“Poliglotta” dell’ Arte, approfondisco in Accademia le mie conoscenze artistiche e attraverso diverse tecniche dall’illustrazione al video, inizio a sperimentare l’Arte Digitale e analizzo la natura umana, la sorpresa e l’emozione condivisa, gli aspetti di una innegabile condivisione visiva, basata sulle memorie collettive.

L’analisi sull’Arte contemporanea mi porta ad analizzare l’Arte Urbana e l’evoluzione nella storia di questa esigenza dell’Uomo di comunicare tramite ogni mezzo e su ogni superficie.
Così sviluppo un’idea di Street Art innovativa, attraverso un proiettore, un laser verde ed un programma open source che potesse mostrare la traccia del laser come se fosse una bomboletta spray.

Artivista, riassumo la mia critica definendola ironicamente in una corrente Demenzialista, cioè:
un’aspra critica all’Arte Contemporanea incapace di farsi una analisi critica, ma che si sottomette ai media e i new media, diventando complice di un periodo nero della Storia dell’Arte.
Infatti sono profondamente deluso della cultura social e mi sento tradito dall’arte digitale e dagli artisti contemporanei. Perciò affronto la superficialità dell’osservatore del XXI secolo, invitandolo ad una analisi più approfondita.
Un invito a sfruttare i nuovi media per una indagine storica, culturale ed etica più profonda.

Dopo aver inteso che il passaggio dell’Arte Digitale da nuovo metodo, si è trasformato in vecchio, comprendo che Photoshop, Illustrator, i ritagli digitali, layers, tracciati, sono strumenti ammuffiti di un passato “romantico” di un’Arte Digitale che guardava al futuro e che oggi trova applicazione nei contesti della pubblicità e del commercio. La poetica si è progressivamente trasformata, adattandosi alle logiche del marketing.
Senza abbandonare l’Arte Digitale, analizzo i messaggi della società attraverso la reinterpretazione con diverse tecniche che possono essere più contemporanee.
Attualmente sperimento il collage e tutte le sue forme storiche, con una forte ispirazione alle avanguardie della prima metà del ‘900 e attraverso un metodo creativo di riciclo della carta, gioco sulla combinazione di sfumature e colori dei rifiuti, studiando soggetti e situazioni.

Parallelamente ai collage, ho portato avanti un progetto più collaborativo che identificativo, in dialogo con chi si riconosce nel manifesto demenzialista.
R.E.M. Riot nasce teoricamente nel 2010 come idea collettiva, ma è solo nel 2019 che trova nei social il terreno adatto per svilupparsi. L’osservazione dello swipe continuo e alienante mi ha ricordato il flusso onirico del sonno R.E.M., dove immagini e ricordi si mescolano in modo caotico.
Rimasto anonimo per anni, l’account Instagram aperto nel 2020 e svelato solo nel 2025, incarna lo spirito del demenzialismo: libero, partecipativo, senza padroni.

In aggiornamento…

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