R.E.M. Riot nasce teoricamente nel 2010 come progetto collaborativo, un’idea aperta e condivisa. Solo nel 2019 trova però terreno fertile nei social media dove finalmente può prendere forma e proliferare liberamente.
L’idea nasce dall’osservazione di un gesto quotidiano e alienante: lo swipe continuo, ripetitivo, quasi ipnotico, attraverso contenuti che in pochi secondi diventano obsoleti. Questo gesto meccanico mi ha ricordato lo stato onirico del sonno R.E.M., quando immagini, ricordi e momenti della giornata si mescolano in modo caotico e surreale.
Mi affascinava l’idea di un progetto che potesse essere davvero condiviso, fluido, senza un volto preciso. Che R.E.M. Riot potesse essere chiunque.
Per anni il progetto è rimasto nell’anonimato (l’account Instagram, aperto nel 2020, viene rivelato solo nel 2025) diventando così una perfetta incarnazione dello spirito demenzialista: fluido, partecipativo, senza padroni né autorialità rigida. Un luogo dove il non-senso diventa senso comune.
Profilo Instagram:
R.E.M. Riot